Elis Regina

Quella voce graffiata capace di straordinari gesti vocali rese Elis Regina una delle più grandi interpreti brasiliane di sempre. Iniziò a cantare nel Brasile degli anni Sessanta, gli anni di una repressiva dittatura militare, e in breve tempo divenne il simbolo di un popolo. Nessuno come lei fu in grado di illuminare i testi delle sue canzoni e l’anima della gente con l’autenticità di ritmi e colori personalissimi. La sua fragilità, insieme alle alterne esperienze del successo, la portarono ad una tragica e prematura morte.

Abbiamo scelto un video dove Elis Regina canta “Aguas de Março” insieme a Tom Jobim. Un’interpretazione commentata con grande cura da Giovanni Covini in un articolo del quale vi proponiamo un breve estratto.

“Elis lascia passare la musica nelle spalle, che prendono a seguirne il movimento. Non sono movimenti che fa: sono movimenti che le sfuggono. Quello che fa lei è guardare Tom. Ha un perno fisico, una focalizzazione che tiene con una disciplina da militare. Non stacca gli occhi da lui, non interrompe il flusso. Un rigore assoluto nella semplicità e nella verità dell’azione che sta compiendo. E la disciplina fa sì che la vita possa scorrere e fluire. Il suo corpo viene agito dalla musica e il suo sguardo tiene l’azione di profondità. Il perno che solleva il mondo. Il baricentro.

Ora Tom smette di suonare e risponde a Elis con la voce. E il suo fisico è quasi contratto. Solo il braccio destro lo aiuta nell’esecuzione. E’ un animale diverso, non è come lei. Il suo baricentro è l’esecuzione. E’ la musica. Sono le parole. Il suo punto di focalizzazione è lì. Nasce il triangolo meraviglioso. Lui è focalizzato su musica e parole, lei è focalizzata su di lui e lascia che la sua musica la abiti e la muova. […] La felicità sensuale e leggera di Elis che nasce dal suo essere in profondo contatto con se stessa. Questo è talento puro: Elis e Tom non permettono a nessuna regola – né ritmo né melodia né palcoscenico – di separarli dalla loro energia. E vivono in pienezza la loro energia senza separarsi dalla strada segnata. Sanno… sacrificarsi nel vero senso di questa parola, che è rendere sacro (non stare male per forza, ma fare spazio a ciò che deve essere sacro togliendo ogni forma di superfluo)”.

Qui il link all’articolo. Chi volesse leggere il testo della canzone in italiano, può invece farlo qui.