Rito, vitalismo e dionisismo nella musica e nella filosofia di A. Skrjabin

Sabato, 16 novembre – ore 15:15
Salone dell’organo, Conservatorio “G. Verdi” di Como

Margherita Anselmi, musicista, filosofa


L’opera di Aleksandr Skrjabin (1871-1915) costituisce una vera singolarità nel complesso panorama artistico del primo Novecento. L’impianto concettuale di Skrjabin, imprescindibile dal suo atto creativo e dai fini stessi dell’arte, risente di influenze leibniziane, schopenhaueriane, idealistiche; attinge fini e materiali liturgici dall’India classica e dalla grecità arcaica, classica e bizantino-ortodossa; promuove sinestesie che compiono ed emancipano le più audaci istanze romantiche, lambendo la  sospensione tonale, alla ricerca di nuovi linguaggi. Al centro di tutto è l’uomo, inteso, nella sua perfezione, come Mago, suscitatore di mondi: nella veste di musico, questi è sacerdote dionisiaco che agisce un rito salvifico destinato, orficamente, a muovere anime e cose, a trasformare il mondo.