Nicola Pedone
Carlo Serra

 

Nicola PedoneCarlo Serra

La voce e lo spazio

Domenica, 20 settembre 2015 – ore 10:30

Si dice spesso che la voce tradisca le nostre emozioni, dando quasi ad intendere che la vita umana scorra sempre in un doppio registro: un lato silente e pensoso, che non si lascia ascoltare, ed uno esplicito e incontenibile, capace di mostrare i lati nascosti di quanto diciamo. Ma le intonazioni vocali, il modo con cui appoggiamo i suoni nel discorso, hanno uno sviluppo molto più complesso, e assai meno indiziario. Nella tradizione greca voce e spazialità  si confondono fin dalle prime forme narrative: la voce si muove, si tende, si nasconde, attraverso le voci dei fenomeni naturali, eco di forze immense che si rivolgono all’uomo, schiacciandolo con la propria voce. Fin dai poemi omerici la voce diventa sinonimo della potenza espressiva della natura, in una valorizzazione espressiva del rumore, inteso in tutte le possibili modulazioni delle proprie forme. L’uomo vive avvolto in una fonosfera fatta di segni, che vanno decifrati: ma questa specificità  del vocale, la sua capacità  di permeare uno spazio, di caratterizzare i lati più nascosti di un paesaggio o di uno stato affettivo, sono anche alle origini espressive delle prime forme di vocalità , cantata o mimata, sono inscritti nelle tecniche vocali che ne guidano gli sviluppi. Il tema della spazialità della voce arriva così a lambire gli esiti più forti e caratterizzanti della musica contemporanea, non a caso impegnata in una continua riscrittura delle proprie origini, o tesa verso una riapproprizione delle strutture grammaticali della musica popolare. La voce e lo spazio si divide così in quattro parti: una definizione di voce e i suoi rimandi impliciti alla nozione di spazio, l’analisi di alcuni richiami africani connessi alla caccia, l’evocazione musicale del paesaggio sonoro attarverso un percorso nella materia, quella che Barthes chiamava la grana della voce, usando come terreno d’analisi le diplofonie mongole e i miti greci sulle forme di continuità  vocale. Una riflessione sui giochi vocali al chiuso, in cui la polifonia racconta l’invenzione del linguaggio e del tempo, e una piccola analisi dei miti della metamorfosi vocale chiudono il testo. Nel dialogo con Nicola Pedone vorremmo osservare come queste tipologie si inseguono, nelle loro varianti, dentro alla tradizione occidentale e alle sue varianti contemporanee.